L'interiorità dell'essere

'E come quei che con lena affannata,
uscito fuor del pelago a la riva,
si volge a l'acqua perigliosa e guata'

M'appello al buon Durante per parlar dell'essere, e della sua parte più inabissata.
Siamo animali fragili, ci sentiamo  invincibili e imbattibili, ma una piccola azione scaturisce in noi una conseguenza interiore incalcolabile, tutto scorre diceva Eraclito, nulla in noi è in una fase statica, tutto si tramuta, ogni sensazione, ora dopo ora, minuto dopo minuto, anche se non ce ne rendiamo conto, non siamo uguali in nessun istante della nostra esistenza.

è il nostro essere interiore a darci avvisaglie che qualcosa in noi è tramutato, ed ecco che si ritorna alla terzina della Commedia, un episodio, anche insignificante, crea in noi una breccia. in quel muro infrangibile ( o per lo meno come lo interpretiamo noi ) del nostro essere, essa dapprima è rannicchiata in noi, inabissata, ma non è statica, e giorno dopo giorno sale a galla, palesandosi in momenti inaspettati, momenti di apparente quiete, cos'è? malinconia? depressione? malumore? 
semplicemente è ciò a cui noi non diamo peso, tutte quelle minime delusioni, o minime cose che non vanno come credevamo, che le sedimentiamo nel nostro essere, sbagliando, ed esse si amalgamo al nostro pregresso, diventando forse paure, forse ansia, ma qualcosa di più grande e importante di quello che era nel momento in cui l'abbiamo assorbita.

nell'interiorità dell'essere abbiamo necessità di avere un filtro, di implementarlo noi stessi, lavorandoci giorno dopo giorno, svuotando quelle cave oscure dove risiedono le amarezze, buttando fuori quanto più possibile; parlando con un amico, scrivendo un diario, un blog ( come sto facendo io ) osservando il mare, respirando l'aria pulita di una montagna, dipingendo! 
Ma, non stando su di un letto, a far macinare chilometri a quegli ingranaggi sporchi delle nostre menti.
Siate tenaci, e non abbiate a paura a non sentirvi forti.

il Gaucho.

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